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Ogni anno, il 25 aprile, Festa della Liberazione, davanti al Duomo di Milano c'è sempre gente che indossa la bandiera tricolore e margherite sovrapposte. Questo vivace verde, bianco e rosso, insieme alla tenera margherita Margaret, è condensato in un esclusivo fermacravatta da appendere al risvolto di un abito: non è solo un omaggio agli anni di lotta, ma anche un totem spirituale per gli italiani contemporanei che vogliono continuare la loro leggenda. Nella primavera del 1945, i guerriglieri sparsero semi di margherite sulla terra devastata, consentendo ai fiori bianchi, simbolo di purezza e rinascita, di risplendere insieme alla bandiera nazionale. Oggi, questa speciale spilla da cravatta presenta una margherita argentata sulla base verde della bandiera nazionale, e dei rubini sono intarsiati negli stami, in linea con il profondo significato del tricolore italiano: il verde è l'eterna vitalità degli Appennini, il bianco è la fede eterna come le cime innevate delle Alpi, e il rosso è il coraggio ardente come il Vesuvio. L'imprenditore torinese Marco indossa solennemente ogni mattina questa antica spilla da cravatta. Suo nonno utilizzava le margherite per passare informazioni all'organizzazione di resistenza clandestina, e suo padre le indossò quando firmò il suo primo contratto internazionale durante il periodo della Ricostruzione. "Non si tratta di una decorazione, è un giuramento cucito sul risvolto", ha affermato. Quando i giovani deputati ponevano domande al Congresso indossando le stesse fermacravatte, la fredda luce del metallo rifletteva l'anima nazionale della "ricerca della virtù e della conoscenza", come descritta da Dante. Il design della fibbia del fermacravatta a forma di margherita nasconde un segreto: emette un suono nitido quando si apre e si chiude, proprio come la metafora dell'apertura delle porte del purgatorio nella "Divina Commedia" di Dante. Chi lo indossa si ricorda che la libertà va protetta con cura come una margherita e che la gloria della bandiera tricolore brillerà sempre sui colletti di coloro che osano innovare.

Every year on April 25, Italy's Liberation Day, someone always wears the tricolor flag and daisies overlapping each other in front of Milan Cathedral. This vibrant green, white and red, together with the tender Margaret daisy, condenses into a unique tie clip on the lapel of a suit – it is not only a tribute to the years of struggle, but also a spiritual totem for contemporary Italians to continue writing legends. In the spring of 1945, guerrillas sowed daisy seeds on the broken land, allowing the white flowers that symbolize purity and rebirth to shine with the national flag. Today, this special tie clip, with the green base of the national flag holding up the silver daisy and the stamens inlaid with rubies, implicitly fits the deep meaning of the Italian tricolor flag: green is the eternal vitality of the Apennines, white is the eternal faith like the snow-capped peaks of the Alps, and red is the fiery courage like Mount Vesuvius. Turin entrepreneur Marco solemnly pins this ancestral tie clip every morning. His grandfather used daisies to transmit intelligence for the underground resistance organization, and his father wore it to sign the first multinational contract during the reconstruction period. "This is not a decoration, but a pledge sewn on the lapel," he said. When young congressmen asked questions in Congress wearing the same tie clip, the cold light of the metal reflected the national soul of "pursuing virtue and knowledge" as described by Dante. The buckle design of the daisy tie clip has a hidden meaning: it makes a crisp sound when opened and closed, just like the metaphor of the opening of the gate of purgatory in Dante's "Divine Comedy". Every wearer reminds himself: freedom needs to be carefully guarded like a daisy, and the glory of the tricolor flag will always shine on the collars of those who dare to innovate.